Il Sito di Daniele Dattola

I TERREMOTI NELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO A QUELLO VIOLENTO DEL 1908

I terremoti in Calabria ci hanno sempre accompagnati (me ne ricordo parecchi). La nostra terra è ballerina, ha causato sempre dolori per la perdita di vite umane e anche molti danni economici. I T. sono diventati per noi una costante e, quindi, mi sembra giusto ripercorrere la storia dei terremoti di Reggio Calabria e Messina, attraverso la riproduzione di cartoline di quel tempo.
Prima del violentissimo terremoto del 1908 la Provincia di Reggio fu colpita da ripetuti terremoti che qui voglio elencare.

 

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Nel 1606-1607 si ebbero a Reggio Calabria numerosi e forti terremoti. Ci furono molti danni nella Provincia ma non a Reggio.
Si produssero invece danni il 27 marzo del 1638: in questa data Reggio subì una fortissima scossa.
Nel gennaio dell’ anno1693 vi furono una serie di terremoti: i movimenti tellurici iniziati il 9 culminarono l’11 con una violentissima scossa che si replicò il 12.

Scosse fortissime  nel 1706.
Ancora terremoti nel 1731 e nel 1743. Scossa molto forte fu quella della mattina del 16 settembre 1731 mentre, all’Angelus del 23 febbraio 1743, ci fu un forte terremoto di forza maggiore di quello del 1693. Molte case a Reggio rimasero danneggiate e le mura di cinta della città in molti punti cedettero.

Il 5 febbraio 1783 verso l’una di pomeriggio ci fu un terribile terremoto: a Bagnara morirono 4000 persone. I terremoti si replicarono per circa 3 anni.

Alle 2.45 di notte tra il 7 e 8 settembre 1905 ci fu in Calabria un violento terremoto della durata di 40 secondi che causò gravi danni specialmente nella Provincia di Catanzaro,  a Reggio Calabria, a Messina e nei territori delle Province.

 

ASPETTO INTERNO DI UNA CASA 2_378x600 copy ASPETTO INTERNO DI UNA CASA_373x600 copy

 

 

STEFANOCONI LE CAMPANE SALVATE_800x515 copy

 

Il Cardinale Portanova mori ad Aprile 1908 e il fervore delle opere da lui avviate si perse nel terribile terremoto che a dicembre 1908 distrusse le due città dello stretto.
La vacanza della Sede episcopale non creò smarrimento o blocco dell’attività; in questo periodo infatti, valida fu la guida del Vicario Capitolare Mons. Paolo Dattola.

 

 

DECANO DON PAOLO DATTOLA DON PAOLO DATTOLA EPIGRAF DOPO FOTOcopia 2

 

 

Vi riproduco alcune foto di Reggio e Messina prima del terremoto.

REGGIO CALABRIA  PRIMA DEL TERREMOTO

 

10 BIS PANORAMA DAL MARE PRIMA DEL TERREMOTO_800x499 copy

 

 

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VIA MARINA A COLORI BELLA E GENTILE_800x475 copy

 

 

VIALE MARINA RC_800x478 copy

 

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marc rid duomo di rc prima del terremoto_392x600 copy                                                                         (Duomo prima del terremoto)

 

 

MESSINA PRIMA DEL TERREMOTO

 

ME PRIMA DEL TERREMOTO PALAZZATA VISTA DAL MARE_800x531 copy

 

 

marc MESSINA PALAZZATA 1_800x555 copy

 

 

MARC MESSINA PALAZZATA 2_800x541

 

 

ME PRIMA DEL TERR IL PORTO 4_800x497 copy

 

 

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ME PRIMA DEL TERREMOTO PALAZZI E NETTUNO_800x513 copy

 

 

ME PRIMA DEL TERREMOTO P.ZZA DUOMO_800x524 copy

 

 

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ME PRIMA DEL TERREMOTO IL FARO_800x497 copy

 

 

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So che resterete un po’ increduli ma  voglio descrivere quanto ho trovato durante la mia ricerca.

A Messina, nella domenica del 1908, erano apparse sui muri della città strisce con scritto:” Gesù Cristo non è mai esistito” ; alla sera in un pubblico teatro era seguita una blasfema rappresentazione mentre il circolo “Giordano Bruno” si riuniva “per decretare la distruzione della religione in Messina. Sempre quel giorno, 27 dicembre 1908, su un giornale umoristico locale, “IL Telefono”, si leggeva una sacrilega parodia della novena di Natale:” O Bambinello mio, -vero uomo e vero Dio- per amore della tua croce- fa sentire la nostra voce: – Tu che sai che non sei ignoto, – manda a tutti un terremoto”. Aggiungo che queste scritte sicuramente erano il frutto delle continue scosse che ormai si ripetevano da tanto tempo nelle due città dello stretto. Con impressionante puntualità-scrive don Sparpagliane- poche ore dopo Messina era rasa al suolo.
Il 27 dicembre 1908 un terribile terremoto distrusse le due città di Reggio Calabria e Messina. Si contarono, in quell’occasione, 120.000 morti.

 

MAPPA FORZA DEL SISMA 1908_616x600

 

Alle ore 5,20 e 27 secondi del 28 dicembre 1908 si verificò una scossa di terremoto della durata di poco più di 30 secondi, del 10° della scala Mercalli, seguita da un maremoto che vide le acque del mare ritirarsi fino a 200 mt. dalla spiaggia e  rigettarsi in tre successive ondate che raggiunsero i + 10 mt. di altezza. Messina e Reggio furono travolte. Il 91% degli edifici furono rasi al suolo o subirono danni tali da dover essere abbattuti. I danni furono rapportati a 3 miliardi di Euro odierni. Praticamente le due città furono rase al suolo. Tutte le comunicazioni stradali e ferroviarie rimasero completamente danneggiate e la maggior parte degli edifici  completamente distrutta o subì ingenti danni.

 

REGGIO CALABRIA DOPO DEL TERREMOTO

 

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3 FOTO IN UNA_800x515 copy

 

DOPO IL 28 DIC 1908 - VIA MARINA_800x510 copy

 

 

CARGO AMALFITANO_800x508 copy

 

 

IL CORSO GARIBALDI ORA RIDOTTO UN MUCCHIO DI ROVINE_800x499 copy

 

 

ROVINE VIA CROCEFISSO_800x500 copy

 

 

VIA TORRIONE E GESU' MARIA_800x505 copy

 

 

TRENO BLOCCATO STAZIONE SUCCURSALE_800x498 copy

 

 

 

STAZIONE SUCCURSALE DOPO IL TERREMOTO 2_800x501 copy

 

 

SCESA 2 SETTEMBRE E VIA PELLICANO_800x498 copy

 

 

ROVINE DEL CORSO GARIBALDI 3_800x504 copy

 

 

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LA CATASTROFE DI REGGIO CASE IN ROVINA_800x505 copy

 

 

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FERROVIERI NAPOLETANI IN SOCCORSO 2_800x493 copy

 

 

ALLA RICERCA DI SOPRAVVISSUTI_800x492 copy

 

 

CORSO DELLA MARINA_800x498 copy

 

 

ACCAMP DELLA CMPAGNIA ALLIEVI GUARDIA DI FINANZA DI MADDALONI_800x496 copy

 

 

CASTELLO CON TRUPPE SALVATAGGIO_800x480 copy

 

 

I SUPESTITI_800x505 copy

 

 

SCUOLA PRIVATA_800x518 copy

 

 

maremoto

 

                                                  

                                              MESSINA DOPO DEL TERREMOTO

 

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(Messina rasa al suolo dal terremoto)

 

 

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IL PORTO DI MESSINA CON LA BANCHINA RISUCCHIATA DALLE ONDE 1_800x507 copy

 

 

MESSINA 1908 ROVINE DEL DUOMO_800x511 copy

(Il Duomo)

 

MESSINA 1908 STAZIONE FERROVIARIA SOCC_800x516 copy

 

 

MESSINA CORSO CAVOUR TERREM 1908_800x524 copy

 

 

 

MW 1908 VIA S. LIBERALE_800x519 copy

 

 

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Estrazione cadaveri

 

Maggiormente danneggiati nella nostra Provincia i paesi di Pellaro e Lazzaro.

I sopravvissuti si misero tutti a dare aiuto per trovare parenti e amici tra le macerie; altri si riversarono nelle vicinanze del mare subendo sorte peggiore per l’arrivo delle onde del maremoto. Le tubature interrotte per la fuoriuscita del gas causarono esplosioni e incendi.

 

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(Incendio a Messina, dopo del terremoto)

 

Le navi nel porto  subirono tutte gravi danni, altre riuscirono a mantenere gli ormeggi.
Ora la testimonianza scritta di Don Orione:
Saputo del terremoto, Don Orione, la mattina del 7 gennaio, è a Catanzaro. Subito parte ma, arrivato a Bova Marina, deve interrompere il viaggio e trova ospitalità presso il seminario locale tra i Salesiani. Lì incontra un suo amico, insegnante all’Oratorio di Valdocco. La mattina dell’8 manda una lettera a Don Sterpi dal Seminario di Bova Marina nella quale, tra l’altro, segnala tre scosse: una, la sera, sussultoria e due, la notte, ondulatorie. Con la lettera comunica anche che le persone dormivano fuori e che a Bova Marina  vi erano stati danni solo alle cose e ai fabbricati”.
Riparte per Reggio, alle ore 8.30, fino a Melito con cavalcature e da lì verso Reggio. Questi ultimi chilometri furono faticosi tant’è che, per arrivare in città, impiegò un giorno e una notte.
Arrivò a Reggio il 9 mattina. Dalla stazione si portò all’unico centro organizzato della città, la scuderia del palazzo arcivescovile. Il palazzo era crollato; era rimasta in piedi solo la scuderia e qui, il vicario Capitolare Mons. Dattola, che reggeva l’archidiocesi dopo la morte del Cardinale Portanova, aveva organizzato un’infermeria per i feriti appartenenti al clero. Il Vicario capitolare lo accolse con l’entusiastica acclamazione:”Lode alla Provvidenza di Dio” . Don Orione scrive a Don Sterpi” Stamattina ho celebrato ed anche servito la messa, ho battezzato un neonato, bambino estratto con la madre viva. Sono ospite per terra (perché nessuno ha un letto e si dorme all’aperto). Qui tutte le chiese sono distrutte. Il S.S. Sacramento ancora non è stato estratto da sotto le macerie della Cattedrale né di nessun’altra chiesa. Qui non è giunto finora nessun soccorso se non quello dei soldati. Sono tutto bagnato: ora pioggia a dirotto. Cadono muri e tuona. Continuano le scosse. Domani vado a Gioia Tauro per consegnare a Don Pasquale orfanelli già raccolti qui”.

Numerose scosse si ebbero nei giorni seguenti, fino alla fine del mese di Marzo 1909.
I soccorsi iniziarono da 5 navi della regia Marina che erano ancorate nel porto di Messina. Gli uomini scesero la mattina successiva dalle navi, portando aiuto alle popolazioni. Furono raccolti circa 400 feriti e portati via mare a Milazzo: Le prime notizie inviate, dal comandante dell’Incrociatore “Piemonte” che stazionava nel porto di Messina, a mezzo della torpediniera “Spica”, appositamente risalita fino a Marina di Nicotera, giunsero al Governo alle ore  17,25.   la torpediniera “La Spica” raggiunse Nicotera e trasmise il sottoindicato telegramma alle 17.25:

 

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Il Presidente del consiglio Giolitti riunì il Consiglio dei Ministri nella serata del 28 e dopo avere esaminato la situazione emanò le prime direttive. Le corazzate “Regina Margherita” “Regina Elena” “Vittorio Emanuele” e l’incrociatore “Napoli”

 

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(R.Nave “Napoli” durante azioni di guerra)

 

si diressero immediatamente verso le zone terremotate. In quella nave era imbarcato l’Ufficiale di Marina di Melito G. Jacopino.

 

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Il re e la regina raggiunsero giorno 29 Napoli e s’imbarcarono sul “Vittorio Emanuele” che stava caricando materiale sanitario e vettovaglie, raggiungendo il 30 la Sicilia.
Una squadra navale russa ferma ad Augusta arrivò nella mattinata del 29 nella rada di Messina; dopo arrivarono sei navi da guerra inglesi. Tutti i marinai disponibili scesero dalle navi e si prodigarono a portare aiuto ed assistenza , caricarono i feriti e gli sfollati sulle navi. Subito dopo arrivarono anche le navi italiane. Il re e la regina il 30 insieme a due Ministri fecero un giro intorno alla costa e poi ritornarono sulla nave. La regina si prodigò alla cura degli infermi, mentre il Re raggiunse la terra ferma portando moralmente espressioni di elogio nei confronti del Militari italiani e stranieri impegnati nelle operazioni di soccorso. Le navi piene di feriti trasportarono gli stessi nel porto di Napoli e in altri porti e trasportarono durante i viaggi di ritorno le truppe che si erano concentrate, in attesa, nelle principali città portuali. Messina per molti giorni fu illuminata di notte dagli incendi. La R.N.”Napoli” si trasferì a Reggio Calabria, dove impiantarono un primo ospedale di campo per curare i feriti meno gravi, gli altri furono trasferiti sulla nave.
La città fu divisa in zone e furono formate pattuglie di ronda per evitare i fenomeni di sciacallaggio.
Col passare del tempo ci si rese conto della gravità e vastità dei danni. Il governo italiano , molti governi stranieri, il papa Pio X°, la Croce Rossa  l’Ordine dei Cavalieri di Malta e il mondo intero si mobilitarono mandando aiuti in denaro e vettovagliamenti. Altre navi sopraggiunsero( francesi, spagnole, greche) e misero a disposizione i loro equipaggi.
Man mano la macchina organizzativa dei soccorsi prese corpo e furono alla fine impiegati 55 reggimenti di fanteria, 1 di granatieri, 4 di bersaglieri, 7 di alpini, 3 di artiglieria, 5 del genio oltre all’intera brigata ferrovia. Furono allestiti treni per il trasporto dei feriti per evitare l’intasamento nei pressi delle due città: insomma parteciparono alle azioni di soccorso oltre 20.000 uomini. Di questi 12.000 operarono nella città di Messina, gli altri furono dislocati a Reggio Calabria. A questi se ne aggiunsero altri nell’arduo compito di trovare feriti, spegnere gli incendi, disseppellire i morti, trovare i documenti e portarli in luoghi di raccolta, trasportare materiale da costruzione, distribuire i viveri etc. Si eressero baracche, tendopoli e ospedali da campo. Furono individuate fosse comuni per la raccolta e successiva inumazione dei cadaveri.

 

 

REGGIO CALABRIA RICOSTRUZIONE

 

1INAUGURAZIONE RICOVERO PRO TERREM_800x498 copy

 

 

 

BARAC DEL COMITATO VENETO TRENTINO_800x508 copy

 

 

 

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BARACCAMENTO RR CC CON VEDUTA DEL CASTELLO_800x497 copy

 

 

 

CORTE DI ASSISE_800x495 copy

 

 

NAVIGAZIONE GENERALE IATALIANA_800x507 copy

 

 

padiglioni delle finanze e corso garibaldi_800x511 copy

 

 

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SALITA S MARCO_800x509 copy

 

 

 

VIALE COLUMBIA E ISTITUTO TECNICO_800x503 copy

 

 

 

                                 Ricostruzione dopo settembre 1924

 

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(Teatro Comunale)                                      (Rione Schiavone case popolari)

 

 

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(Via Marina)                                                       (Torrente Annunziata)

 

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(Part. Pal. Governo)                                                      (Via degli Uffici)

 

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               (Accesso Reggio Campi)                                (Ponte sul torrente Annunziata)

 

marc RC PROL VIA GARIBALDI_361x600 copymarc RC CASE POPOLARI IN DIVERSI LOTTI_363x600 copy 

        (Prolungamento Corso Garibaldi)                             (Case popolari)

 

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                   (Viale Marina)                                                         (Via Giulia)

 

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(Case impiegati)                                           (Palazzo del Governo)

 

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(Duomo ricostruito)

 

 

                                       Ricostruzione Provincia

 

marc 2 BAGNARA CASE POPOLARI_374x600 copy marc 2 PALMI CASE POPOLARI_361x600 copy

(Bagnara)                                                               (Palmi)

 

MARC RICOSTRUZIONE SCILLA_372x600 copymarc PALMI RIONE BENITO MUSSOLINI CASE POPOLARI_361x600 copy

(Scilla)                                                                  (Palmi)

 

marc BAGNARA CASE POPOLARI_374x600 copy marc 2 Mileto duomo ricostruito_364x600 copy

(Bagnara)                                                      (Duomo Mileto)

 

 

 

                                         MESSINA RICOSTRUZIONE

 

MESSINA DOPO IL TERR PONTE AMERICANO_800x524 copy

 

 

ME DOPO IL TERR VIA ROMA_800x508 copy

 

 

ME DOPO IL TERR GRAND HOTEL E RIST. PAGLIARI_800x501 copy

 

 

ME DOPO IL TERR ORFANOTROFIO_800x547 copy

 

 

ME DOPO IL TERREMOTO BARACCAMENTI MILITARI_800x508 copy

 

 

Ricostruzione dopo settembre 1924

 

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(Duomo Messina ricostruito)

 

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(P.zza della Provincia in costruzione)

 

 

ME DOPO IL TERR P.ZZA CAIROLI_800x555 copy

 

 

MESSINA DOPO IL TERR. OSP PIEMONTE_800x493 copy

 

 

ME DOPO IL TERR VIALE S. MARTINO 3_800x499 copy

 

 

CONTRADA S. PAOLO 1_484x600marc 2 CONTRADA S. PAOLO 2_800x523 marc 3 CONTRADA S. PAOLO 2_800x523

(Baraccamento contrada S. Paolo)

 

 

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(Palazzo Giustizia)                                                          (Università)

 

 

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(UN. Farmacologia)                                                   (Un. Vestibolo)

 

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(Carcere)                                                      (Intendenza di Finanza)

 

 

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(Comando Guardia di Finanza)                                         (Università)

 

marc messina AULA MAGNA E FARMACOLOGIA_378x600 copy marc 2 ME CAPITANERIA DI PORTO INTENDENZA DI FINANZA_336x600 copy

(Univ. Aula Magna)                                          (Intendenza di Finanza)

 

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(Messina ricostruita)                                                 (Messina Uffici)

 

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(Messina ricostruzione rione Fornaci)

 

 

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(Messina ricostruzione Zona Basicò)

 

 

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(Ricostruzione rione Mosella)

 

Le squadre di soccorso furono dislocate anche nei piccoli centri tra cui cito, in Calabria, Villa S. Giuseppe, Rosalì, S. Alessio, S. Stefano d’Aspromonte, Melito, Condofuri, S. Lorenzo, Roccaforte del Greco, Bagaladi, Bova, Africo, Scilla, Bagnara, Favazzina, etc.; in tutti i posti furono raccolte le vittime, distribuiti i viveri e data assistenza. Il fenomeno di sciacallaggio diede seri problemi tanto che furono presi severi provvedimenti. Come al solito succede in queste cose ci furono molte critiche all’Organizzazione.

A proposito degli aiuti, mia nonna, Domenica Pennestrì, rimase sepolta nella sua casa a Reggio e sopravvisse  grazie ad un letto resistente in ferro sul quale si trovò a cadere una trave di legno e molto altro materiale tanto da formare un rifugio. Mia nonna  era incinta di mio padre e con lei c’era la figlia Filomena Dattola, (moglie di Antonio Minicuci). Rimasero sepolte e, dopo qualche giorno, (mi ricordo lo raccontava sempre), arrivarono nella casa  alcuni militari, mi pare di ricordare che Lei diceva russi. Quando andarono via, uno di essi tornò indietro per fare un bisogno fisiologico. Mia nonna sentì lo scorrere dell’”acqua” e si mise a chiedere aiuto; cosi il militare, sentendo la voce, chiamò i commilitoni che, dopo un lungo lavoro, le estrassero dalle macerie.
Circa 17.000 persone furono estratte vive: 13.000 dai militari italiani, 1300 dai russi, 1100 dagli inglesi, e 900 dai tedeschi.
Le baracche restarono e perdurarono per circa 30 anni: noi abbiamo l’esempio a Melito, della chiesa di S. Giuseppe in lamiere e legno che durò fino all’edificazione della nuova.

 

 

CHIESA SAN GIUSEPPE a 300 dpi copy

 

Anche la Curia ebbe cospicue perdite.

RESTI DELLA CHIESA DELLE GRAZIE_800x496 copy

 

D. Domenico Parasporo, canonico penitenziere del duomo, sepolto sotto le macerie della sua casa, fu rintracciato nella giornata del 28, ancora vivo, da Mons. Paolo Dattola che gli diede l’assoluzione sacramentale; estratto dalle macerie, fu portato in luogo sicuro ma poco dopo spirò. Anche G. Giuseppe Reale vecchio mansionario del Duomo e cappellano della Congrega del Rosario, morto di strazi sul portone delle Cappuccinelle, fu rinvenuto 3 giorni dopo da Mons. Dattola. L’opera di soccorso materiale e spirituale fu diretta con ammirabile spirito di abnegazione dal vicario Capitolare Mons. Paolo Dattola, coadiuvato da sacerdoti e anche da numerosi seminaristi che accorsero ovunque il bisogno era più urgente. Si ricorda in modo particolare D. Giuseppe Zumbo e D. Rocco Vilardi che furono a fianco di Mons. Dattola per tutto il tempo di emergenza. Il Papa attuò un grande personale interessamento mandando a Reggio, il 10 gennaio 1909, un suo delegato, Mons. Emilio Cottafavi di Reggio Emilia, che, presentatosi a Mons. Dattola, iniziò la sua azione a favore dei terremotati. I primi soccorsi in denaro, indumenti e vivande arrivarono con la nave spagnola “Catalogna”

 

NAVE NAOLI SOCCORSO

 

Mons. Dattola predispose un progetto delle chiese da costruire e stabilì i posti dove furono collocate le chiese-baracche  nei vari punti della città.

Questi i primi immediati soccorsi.

La ricostruzione avvenne lentamente, molto lentamente, in un periodo storico molto travagliato che apriva le porte al ventennio fascista fu durante questo periodo che le cose cambiarono. Prima del 1922 si provvide alla riparazione o nuova costruzione di edifici che fu lenta. L’operatività tipica del regime che subentrò, mostrò in tutti i suoi aspetti la fattività di quel regime.
Furono costruite le case per i superstiti, furono sistemati tutti gli Uffici in sedi ampie e decorose a favore degli enti degli Istituti predetti, nonché dei privati, furono adottate speciali provvidenze, con i quali i medesimi sono stati messi nella possibilità di concorrere con efficacia all’opera di ricostruzione.

Il governo fascista dimostrò un interesse particolare per fare risorgere, quelle regioni che con rinnovato vigore hanno ripreso il loro ruolo nell’ambito nazionale. Per questo motivo furono spesi, nei lavori eseguiti in meno di un decennio L. 943.911.274.

Bibliografia:
A. Gori – Il Popolo Italiano nella storia della Libertà e della grandezza della patria dal 1800 ai giorni d’oggi. Vallardi Editore 1928.
L. Cappelletti – Storia d’Italia Dalla caduta dell’Impero romano d’occidente fino ai giorni Nostri (476-1900) Vallardi Editore – 1932.
Denis Mack Smith – Storia d’Italia 1861-1969 – Milano 1984.
Rivista Militare, Annata 1909.
Le navi di linea italiane- Ufficio Storico della Marina – Roma 1966.
Le Torpediniere Italiane – Ufficio Storico della Marina – Roma 1964.
Navi e Marinai – Uomini ed avventure dell’Italia sul mare – C.G.E. – Milano.
Collezionismo Italiano – C.G.E. – Milano 1979.
Italia del XX secolo – Rizzoli – Milano 1977.
E.Cataldi – Storia dei Granatieri di Sardegna – Ass. Naz. dei Granatieri di Sardegna, 1990.
R. Sermonti – I Carabinieri nella storia d’Italiana – Centro Editoriale Nazionale , Roma – 1980.
P. Sezanne – Le Decorazioni del Regno di Sardegna e del Regno d’Italia – Uffici Storici Esercito-Marina Aeronautica. Roma 1992.
C. Scarpa-P. Sezanne – Le Decorazioni del Regno di Sardegna e del Regno d’Italia – Uffici Storici -Esercito-Marina Aeronautica. Roma 1985.
A. De Lorenzo – Nostra Signora della Consolazione protettrice della città di Reggio Calabria -.
Russo – Storia dell’Archidiocesi di Reggio Calabria-.
Don Antonio Lanza – Don Orione a Reggio Calabria-.

Ministero dei Lavori pubblici, L’azione del Governo.
Domenica del Corriere, anni 1908, 1909.
Cronache, manifesti, e documenti vari.

Melito di Porto Salvo, li 09.11.2011

daniele dattola

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