Il Sito di Daniele Dattola

Reggio Calabria Prof. Daniele Castrizio in: “La Moneta dei Greci di Calabria”

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Reggio Calabria   Mercoledì 25 gennaio 2017, alle ore 18.00, si è svolto presso l’Auditorium Zanotti Bianco, organizzato dalle Associazioni Accademia del Tempo Libero di RC e  Circolo Culturale “Apodiafazzi” un importante avvenimento, la Lectio Magistralis tenuta dall’Illustre Prof. Daniele Castrizio, ordinario di numismatica presso l’Università di Messina che ha magistralmente relazionato sul tema “La Moneta dei Greci di Calabria”.

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Un grande evento culturale organizzato e presentato dal Dr. Carmelo Giuseppe Nucera  Presidente del Circolo Culturale “Apodiafazzi”

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e dalla già Dirigente ASL  Dr.ssa Silvana Velonà.

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L’intervento di Castrizio è stato inserito durante l’attività dei due circoli che insieme stanno effettuando un corso di lingua Greco-Calabra che avrà termine nel mese di giugno. Voglio ricordare che il prof. Daniele Castrizio ha realizzato unitamente al Direttore del Museo Nazionale della Magna Grecia un’importante mostra esposizione di monete che mancava al Museo di Reggio Calabria col nome di “Nomisma”.  In una Sala gremita di persone il prof. Daniele Eligio Castrizio ha relazionato sulle monete Calabro-greche,

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iniziando a parlare di un tesoretto di monete calabro greche che aveva avuto dal poeta Bruno Casile e che appena ben classificate,  saranno collocate nel paese di Bova. Le monete di Calabria ha detto il prof. Castrizio, sono monete nostre, di noi greci di Calabria, sono testimonianza di una storia molto bella,  lunga,  che come tutta la nostra storia, è  un po’ a parte rispetto al resto della grecità,  cominciamo con la prima, questa è una moneta famosissima, con una forma strana, perché presenta al diritto un rilievo dall’altra parte  è incusa, gli incusi magno greci sono anche dette, monete pitagoriche e risalgono al 530 a.C.,

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perché furono volute dal grande filosofo  matematico,  politico, Pitagora. Sono monete  geniali , difficilissime da fare,  precisissime coniate in una maniera encomiabile, non sono fatte a casaccio, il dritto e il rovescio devono corrispondere, spesso il bordo che è bellissimo rispetto a quelle delle altre monete greche è battuto prima e poi vengono rimesse nel conio e fatte le altre parti, diritto e rovescio è un sistema difficilissimo, un metodo complicato che  rendeva queste monete uniche. Qual è il gioco del grande Pitagora, Lui è un uomo che aveva a cuore la meritocrazia e infatti morì per la meritocrazia, quando la meritocrazia non andava più bene ai ricchi di Crotone, lo fecero fuori.  Pitagora aveva intuito per primo che non si va da nessuna parte dividendo i Greci in poveris, ed aveva capito che non si va da nessuna parte se dividiamo il mondo in Greci e non Greci, per cui queste monete sono state battute non soltanto dai Greci di Calabria, ma anche dai non Greci di Calabria i Serdarion, Palinuro etc. cioè Pitagora credeva alla meritocrazia, non c’era distinzione di sorta tra Greci e non Greci quindi anche i non Greci possono se accettano le regole dei Greci diventare Greci, il cosiddetto impero di Sibari, che era una cosa grandissima, mai vista al mondo, di parità, una cosa molto bella, non faceva distinzione tra maschio e femmina, loro erano in un periodo storico in cui erano tutti maschilisti  i Pitagorici no. Pitagora ebbe a dire di sua moglie è la più bella anima che io abbia mai visto, me la sposo e se la sposò e alla sua morte fu  Lei che prese la Direzione della Scuola Pitagorica. Una storia incredibile. Queste monete sono un bellissimo gioco perché mentre nel mondo normale greco ogni moneta vale all’interno dei confini della propria Polis, queste no, queste valgono in tutte le città che battono incusi, per cui una moneta di Sibari Voi a Reggio non la troverete mai, se non nel periodo Pitagorico in cui circolavano insieme Posidonia che poi diventò Paestum, Taranto, Caulonia, Metaponto, Crotone, Sibari, Pandosia etc. tutte le città della Magna Grecia batterono monete e circolavano in un mercato unico, è il primo mercato unico della storia, Pitagoras, fatto da Pitagora, il primo in assoluto.

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 Le monete di Pitagora   pesavano  8 gr., mentre  la moneta a cui loro si ispiravano pesava  8gr., 70 ed era  il cosiddetto “Statere di Corinto”, qual è la furbata?, la furbata è che quando vennero dalla Grecia con gli Stateri di Corinto dovevano pagare una tassa, un altro inganno come si fa quando si cambia moneta, si pensa che questa tassa doveva essere del 5%, qual è il gioco Pitagorico? Voi venite con una moneta pesante 8,70, noi ve ne diamo una che pesa 8 gr.,  in questo momento avete assolto il pagamento dell’agio, niente bianche niente pesi,  niente cambi niente complicazioni voi ci date una moneta di Corinto, noi ve ne diamo una Achea, perché il peso noi lo chiamiamo Acheo e quindi sono bellissime ed è un periodo storico nel quale il popolo greco di Calabria non voleva mettere a repentaglio i suoi Dei.  La moneta come sapete era l’unica espressione dello Stato, propaganda, legittimazioni, tutte le cose importanti lo Stato le veicola attraverso la moneta, non ha altro, il mondo antico conosce solo la moneta come strumento di propaganda, quindi immaginate l’importanza di possedere il controllo della moneta. Nel nostro mondo greco c’era quasi in un primo momento una specie di tabù si temeva di fare diventare gli Dei oggetto di scherno, quindi questi non venivano messi  sulle monete,  infatti all’inizio si usava mettere  animali o piante che rappresentavano questi Dei. Qui abbiamo il Toro retrospiciente, questo toro di Sibari che guarda indietro, uno dei simboli che ha fatto più paura nel corso della storia, Crotone era terrorizzata da questo, ogni volta che vedeva tori retrospicienti faceva guerra e l’ha fatta 4 o 5 volte, perché non voleva vedere coniate monete col toro retrospiciente.

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Questo toro è un simbolo di Poseidon ed è anche un simbolo del fiume  Sibari, dove stava Sibari, contemporaneamente il nome della città, il nome del fiume e Dio a cui è votata Sibari, in esergo per la chiarezza di tutti all’epoca abbiamo due lettere che a noi sembrano U  N in verità se leggiamo con l’alfabeto Acheo che c’era in quel periodo è siu Siubaris queste sono tra le prime monete del mondo greco, incusi legati a Pitagora, dicevo che la grandezza di Pitagora era quella di mettere tutti sullo stesso piano Greci e non Greci, Greci ed Italici, Greci ed Enotri e questa è uno degli esempi, perché questa moneta che ha i tipi di Sibari il toro retrospiciente non è stata battuta ne con i soldi di Sibari ne con la legenda di Sibari, perché le leggende sono due Silinos si legge da  destra verso sinistra e da sin a dx iux. Silino deve essere un posto non sappiamo quale sia vicino al fiume Siri, e Pissunte è Busento un posto dove poi Reggio agli inizi del V° sec. a.C. cercò di fondare una colonia e i nostri antenati furono presi a calci nel sedere e rimandati a casa, una delle poche colonie nel mondo antico che non funzionò . Questo è un’eresia incredibile per il mondo greco, perché questa moneta non è fatta da Greci è fatta da indigeni enotri e si scambia insieme alle monete greche, in nessun altro posto dell’universo greco voi trovate un’apertura mentale talmente grande da permettere ai non Greci  di partecipare allo Stato dei Greci, questi spesso vengono chiamate monete d’imperio altri li chiamano monete per il pagamento di alcune guerre, pure Castrizio la pensa in questo modo, Sibari dovendo combattere alcune guerre ha chiesto ai suoi Stati satelliti di sborsare un po’ di soldi per mantenere l’esercito permettendo però a ognuno di coniare moneta in modo da assolvere i propri obblighi, però siccome queste monete andavano nelle mani dei soldati bisognava farli capire che non erano una cosa diversa rispetto a quelle  di Sibari cosi gli hanno messo il tipo di Sibari e questo rimase. Questa è un’altra volta Sibari con la caduta del Pitagorismo quando  noi parliamo di Pitagora, Pitagora in verità è un capo politico tra l’altro il capo politico di uno dei partiti più longevi della storia dell’umanità , perché il partito politico Pitagorico era ancora in azione funzionante nel 4° 5° sec. d. C., cioè esisteva ancora il partito Pitagorico fondato da Pitagora nel VI° sec. d.C. 1100 anni d.C. di partito quando andò via? Andò via in Calabria presto, quella che noi chiamiamo Magna Grecia, questa Magna Grecia è il periodo aureo della nostra terra, uno dei periodi aurei della nostra terra, non di Reggio che ebbe un periodo aureo molto più lungo, ma la parte della Calabria medio più settentrionale magna Grecia  ma sono pochissimi anni perché poi ad un certo punto il sistema meritocratico di Pitagora non piacque, come funzionava? Funzionava che per potere governare la città si entrava nella scuola Pitagorica della città e tutte le scuole Pitagoriche dei vari centri erano alleati in maniera tale che a Paestum, a Taranto, Crotone, Metaponto, Sibari c’era lo stesso partito al Governo e si creava una specie di Stato non formalizzato da nulla ma soltanto sulla base di questo partito che era lo stesso ovunque. Si entrava col grado di neofita dopo studi si diventava acusmatici si poteva, era permesso a questi persone di  ascoltare le lezioni dei Maestri  ma non di parlare, se si era bravi diventavano matematici, i matematici diventavano ipso fatto il Governo della città. Avete presente Platone, utopia, il Governo dei filosofi, in Calabria l’abbiamo fatto, Tommaso Campanella, la città del Sole, è sempre la stessa idea Pitagorica il Governo di quelli che sono meritevoli. E funzionava questa cosa ma non erano tutti rose e fiori, perché erano veramente con la puzza sotto il naso, pronti a farsi saltare la mosca al naso e quindi di guerre ce n’erano appena c’era qualche minimo sgarro, Sibari la pagò perché non si era allineata al volere della altre città Pitagoriche, ma a Crotone avvenne che la naturalità della famiglia, la naturalità sulla terra basata sulla forza e sulla violenza prese il sopravvento perché il figlio dell’uomo più ricco di Crotone entrato come neofita passavano gli anni e non diventava matematico, il padre si arrabbiò e scatenò contro Pitagora una rivolta per rimettere la legge della ricchezza invece che la legge della meritocrazia, la cosa bella è che quando Pitagora era al potere due città erano chiaramente antipitagoriche  Locri e Reggio quando Pitagora venne sconfitto a Crotone a Metaponto a Sibari che non c’era più tutti i Pitagorici scapparono a Locri e a Reggio che rimasero per secoli le città più Pitagoriche in assoluto quindi noi da non pitagorici diventammo ultrapitagorici, se non fossimo stati Pitagorici non avremmo accettato l’alleanza con Roma, tutte le scelte sagge che Reggio fece nel corso del 4° e 5° sec. a.C. furono dettate dal sistema Pitagorico al potere che nei momenti più difficili dava a Reggio la scelta giusta e così andavano avanti. Questa è  una moneta a doppio rilievo, non è come quella dell’incuso, rotto il partito Pitagorico da tutte le parti non aveva più senso mantenere l’incuso che era difficile da realizzare ci volevano più soldi si perdeva un sacco di tempo , no si torna alle monete come nelle altre città della Grecia e questa moneta vale solo all’interno della Polis, non è più come quella moneta che vale in tutte le città che usavano l’incuso, è la moneta di Sibari, non è quella di Sibari quella storica, ricca i Sibariti famosi ricchi e felici no quella scompari nel 510 a.C. questo fu uno dei 4 tentativi che cercò di fare rinascere Sibari, di uno dei 4 tentativi e Crotone subitò andò e la fece radere al suolo. E qui abbiamo il gioco più chiaro,  in questa vediamo al diritto Poseidon, che nella monetazione di Sibari vecchia non c’era, e al rovescio il toro che per non dare fastidio ai governanti non era retrospiciente ma guarda per avanti, non funzionò,  bisognerà aspettare Pericle che organizzò nel 445 una spedizione di colonizzazione panellenica dell’ex colonia di Sibari, con un nome nuovo, perché Sibari faceva paura la nuova città si chiamò Thurion poi i Romani la chiamarono Copia e quindi abbiamo questa bellissima cosa in Calabria tre città importanti Sibari, Thurion, Copia poste una sopra all’altra e gli scavi di Sibari lo testimoniano. Qua vi mostro la prima e la seconda moneta di Thuri, all’inizio vedete quella testa di Athena, con elmo attico era troppo simile alla monetazione di Atene, hanno avuto paura che Pericle stesse mettendo il cappello in Calabria e allora gli hanno organizzato una rivolta interna e dalla seconda moneta in poi il tipo diventa sempre meno Ateniese, Turi si smarca dal controllo di Atene e comincia a trovarsi alleati locali e trova poi in Siracusa la sua città che la poteva aiutare e il toro vedete diventa cozzante e Turi sarà poi importante per tanto tempo ecco la monetazione di Turi del 4° sec. a.C. il toro cozzante di Turi, in Eserbo  uno dei simboli di Turi non si è mai capito quello che caspita successe un cefalo uno di quei pesci che stanno sia in acque dolci che in acqua salata e che quasi tutte le monete di Turi mettono sotto il toro cozzante , dall’altro lato una bellissima testa di quella che un nostro concittadino che noi non ricordiamo infatti non gli abbiamo intestato  nemmeno una strada Dicofane figlio di Dico diretto chiamava l’Atena che fa bottino questa Atena sull’elmo ci ha una scilla è una prima raffigurazione di Scilla, c’è questa donna che guarda lontano, questa è la Turi la grande Thuri che fu importantissima nel periodo ellenistico. E cosa che non è stata detta abbiamo un altro corregionale importante Augusto , nei manuali c’è scritto che è nato vicino Roma ma Marco Antonio sapeva che non era vero e lo chiamava il Turino perché sapeva che Augusto era nato a Thuri e si era inventato una genalogia vicino Roma e lo chiamavano il Turino il calabrese. Questa è una moneta un denarius di Augusto che pare dare ragione a questa diceria perché al rovescio abbiamo ancora una volta il toro cozzante di Thuri . Questo toro è importante infatti del toro ci sono varie repliche tra cui questa che ci mostra, nelle monete tutto quello che vediamo non è mai invenzione di un’artista si deve sempre copiare qualcosa che si conosce, quindi se si deve fare un toro non dicono all’artista fai il toro fai il toro come ha fatto tizio e caio, ogni tipo era ben determinato, non era possibile che l’artista facesse di testa sua quindi le cose raffigurate nelle monete per es. la testa di Poseidone evidentemente esisteva a Sibari una statua uguale a quella. quindi le cose raffigurate nelle monete sono importantissime. La Calabria era fatta anche da popoli antichissimi italici, Enotri, Ausoni infatti jon Roob che ha studiato i popoli della Bovesia  prima della guerra di Troia 1400-1300 a.C. dice che sono Greci anche quelli . Qua abbiamo un esempio che serve a Castrizio per fare capire quanto siamo scarsi anche a livello di potenza accademica noi calabresi questa moneta ha al  diritto una figura del Dio Dioniso Dio del vino dell’oltretomba uguale a quella del cristianesimo del Paradiso, non scuro tetro fatto di ombre dei Serdai che sono tutti della zona alta tirrenica della Calabria, noi siamo terra di saccheggio anche dal punto di vista storico, infatti molte monete sono state attribuite ad altre regioni tanto che le abbiamo dovute rivendicare. C’è una tavoletta dove un popolo si mette come intermediario  tra i serdai e i Sibaritadi, sconfessando che i Serdai erano sardi come sosteneva qualche studioso. Dopo Castrizio ha parlato velocemente delle monete di Crotone, le monete incuse di Crotone se volete vederle dal vivo potete visitare al museo la collezione di monete di Nomisma organizzata dallao stesso prof. Castrizio. Crotone ha il tripode che rappresenta la legittimazione, i crotonesi sono a Crotone perché Apollo gli ha dato la terra, quindi il tripode è la garanzia divina che la terra di Crotone appartiene ai Crotonesi è un messaggio forte in quell’epoca, nessuno ci può cacciare è la garanzia Crotone  la terra è nostra perché ce l’ha data Apollo. Anche Crotone come Sibari ha avuto una sua monetazione che noi chiamiamo d’impero, mostra due monete quella di sinistra con il Tripode di Cotrone a diritto e al rovescio un’aquila, non tutti gli incusi hanno lo stesso tipo di diritto e rovescio la zecca può essere quella di Pandosia o di Theresa dove ora è Paola. Crotone alla fine del 5° sec. a.C. ha al diritto Eracle o Ecista, i Crotonesi consideravano Eracle il loro fondatore è questa è la moneta in cui lo mettono in evidenza, nelle mani ha un rametto che rappresenta la pace, dall’altra parte c’è una cosa che riguarda noi di Reggio c’è un Apollo che con l’arco sta uccidendo un serpente, rappresentazione del Pitagora di Reggio . Più avanti i Crotonesi mettono l’aquila di Zeus che rappresenta la vittoria del bene sul male. E dopo c’è la moneta con la Dea dei Crotonesi Era Lacinia che si vede negli stateri del 4 sec. a. C. Dopo mostra le monete di Kaulonia torniamo nel 6° sec. a.C. con nel diritto Apollo purificatore, accanto al Dio un cervo , uno degli animali sacri ad Apollo. Queste monete sono in argento calabrese. Dopo parla delle monete di Therina lametia Terme, importante moneta perché è la prima personificazione di una città, da questa moneta in poi le città vengono rappresentate come donne. Therina è seduta su un’ancora coricata che ha il significato di fonte, sorgente, famosissime sono le monete di Atene e su questo ci potrebbe dire qualcosa la grande greca Marianna Savrami . Dopo parla delle monete di Locri con il fulmine alato. Ci mostra infine alcune monete bizantine quando Reggio rischiò di diventare la città più importante d’Italia nell’878 d.C. Siracusa cade sotto il dominio degli Arabi, Reggio diventa la capitale dell’Occidente e viene trasferita a Reggio la Zecca e il Pretorium l’unico governo in grado di funzionare in italia, infine l’ultima moneta che Regio libera batte  è un follis del 1038. Mostra infine due monete di Tauriani. Non mi dilungo ancora spero di poter inserire i filmati di questa Letio magistralis del prof. Castrizio che è un’eminenza un uomo da tenere in grande considerazione in questa nostra città, per la sua cultura e professionalità.

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Reggio Calabria, li 25 gennaio 2017

daniele dattola

 

 

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