Il Sito di Daniele Dattola

Bova Marina Archeoderi Saverio Veduci in: “Leucopetra”

Bova Marina, Domenica 19 giugno alle ore 17.00, si è svolto presso il Centro Studi Documentazione del Parco Archeologico Archeoderi, un interessante incontro con Saverio Verduci che ha trattato del suo libro “Leucopetra”.

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Ho conosciuto Saverio moltissimi anni fa, quando frequentava con assiduità i vari convegni che trattavano di archeologia e della storia della nostra terra, notai subito l’Amore che lo legava a questi temi, assistevo ai suoi interventi, oggi Saverio è un affermato studioso, attento, che ha nel suo curriculum la pubblicazione di due importanti libri, “Leucopetra” e la storia dei minatori di Motta. Ho partecipato in entrambi i casi agli eventi di presentazione di questi libri e gli argomenti trattati li ho qui pubblicati e li potete trovare facendo una ricerca all’interno del sito. I lavori sono stati introdotti nel parco Archeoderi mirabilmente dal Dr. Franco Tuscano Responsabile del Centro Studi,

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è anche intervenuta la dr.ssa Vincenza Triolo, architetto e conservatore dei beni architettonici e ambientali

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e l’editore dr. Salvatore Bellantone,

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presenti anche la giornalista Francesca Aleida Martino. Entriamo nel vivo dell’argomento “Leucopetra”.

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Il libro è stato presentato sabato 14 giugno alle ore 18.00 presso il ristorante “Accademia” nel Comune di Lazzaro, con il patrocinio del Comune di Motta San Giovanni, l’Associazione culturale Athena e Disoblio edizioni il titolo è: “LEUCOPETRA- La storia Greco-Romana della città”. La Sala era gremita di persone, e in modo particolare di amanti dei temi che riguardano la nostra storia le nostre radici e posso dire che molti di noi ci siamo ritrovati in questa Sala. Vari ed interessanti sono stati tutti gli interventi. Saverio Verduci, storico e giornalista divulgatore, con questo libro ha sancito la sua entrata nel mondo culturale, alla continua ricerca della memoria storica, egli dice che la memoria ha il fondamentale compito di demandare alle future generazioni un flusso continuo di informazioni utili per comprendere l’identità storico-culturale alla quale si appartiene. Conoscendo la nostra storia e riappropriandoci delle nostre radici potremo da un lato capire realmente “chi siamo” e dall’altro lato studiare e valorizzare il nostro territorio e i nostri piccoli “tesori” che in esso si sono conservati, superando il tempo e ogni “tempo”. In questo libro, attraverso l’analisi dei dati storici, epigrafici ed archeologici, ha ricostruito la storia di Leucopetra-Lazzaro, dalla sua nascita fino alla tarda antichità, esaminando e analizzando i reperti presenti in quel territorio che sono le tracce inequivocabili del nostro illustre passato. Interessante l’excursus fatto da Saverio sulle fonti attraverso cui ha ricostruito un po’ questa storia cito intanto la tabula Peutingeriana

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trovata nel 1507 che si trova nella Biblioteca Nazionale di Vienna, non è altro che una carta mappale delle più importanti strade romane, inizialmente una pergamena della lunghezza di mt. 6.74 che venne divisa in 11 fogli singoli. Una mappa stradale completa con le indicazioni delle distanze tra un centro e l’altro espresse in miglia romane e con informazioni utilissime al  viaggiatore dei punti di ristoro, centri termali, osterie etc. in questo mappa è riportato il Capo delle Armi o Leucopetra, in questa carta compare il toponimo identificativo di Capo delle Armi e la denominazione di un villaggio identificato nella stessa carta con il toponimo di S. Iovanni. Tavola che Saverio ha riportato all’inizio del libro. Continuando nelle fonti storiche Saverio ci ha illustrato i vari riferimenti, Strabone famoso geografo

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che afferma la città di Rhegion divenne poi assai potente ed ebbe sotto di se parecchi centri; essa rappresentò sempre un avamposto fortificato nei confronti dell’isola (La Sicilia) sia anticamente sia anche ai nostri giorni, quando Sesto Pompeo indusse la Sicilia a ribellarsi. Plinio che menziona Leucopetra nella sua Naturalis Historia

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quando descrive la Calabria chiamandola Bruttium e indicando Leucopetra come una sporgenza rivolta verso Oriente e la ubica a dodicimila passi da Reggio, cioè a 17 km, distanza attuale da Reggio a Capo delle Armi. Plinio cita anche Capo Cocinto, oggi Punta Stilo e capo Lacinio oggi Capo Colonna. Continua con Tolomeo capo della geografia

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che aggiunge un’importante identificativo la sua latitudine calcolata in 38° e 50’, corrispondente a quella reale di Capo d’Armi. Continua con Edrisi che descrive Leucopetra posta tra Punta Pellaro e l’attuale fiumara di Melito,

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dalla quale disterebbe in direzione Rhegium 6 miglia, solo 3 dal decastadium di Pentedattilo. Ed infine Cicerone che dice che a causa dei venti contrari fu sospinto dalla Sicilia a Leucopetra che è un promontorio del territorio reggino.

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Infine Tucidide, generale e storico ateniese che menziona Leucopetra quando racconta degli avvenimenti bellici durante la spedizione ateniese in Sicilia quando navigando con le sue truppe giunse dinanzi al promontorio di Leucopetra (bianche pietre), prima di  giungere a Reggio. Cita anche un’importante pittura murale che si trova presso la Galleria del Belvedere in Vaticano relativa alla Calabria Ulterior del 1580 di Ignazio Dante nella quale compaiono sia la denominazione di Capo delle Armi che di Leucopetra. Con questo termine Leucopetra si indica non un luogo preciso ma un vasto territorio, spazio
geografico denominato Leucopetra Akroterion o Leucopetra Promontorium compreso tra la rada di Pellaro e il territorio di Saline , costituito da case sparse e un piccolo villaggio centrale un Chorion identificato da Gabriele Barrio proprio sul pianoro di Capo d’Armi. Per quanto riguarda l’arrivo di Cicerone a Leucopetra ecco quanto riporta Saverio: “<< … Cum Brindisium iterque illud, quod tritum in Graecia est non sine causa vitavissem, Kalendis Sextibus veni
Syracusas, quod ab ea urbe transmissio in Graeciam laudabatur; quae tamen urbs mihi coniunctissima plus una me nocte cupiens retinere non potuit. Veritus sum, ne meus repentinus ad meos necessarios adventus suspicionis aliquid afferet, si essem commoratus. Cum autem me ex Sicilia ad Leucopetram, quod est promontorium agri Regini, venti detulissent, ab eo loco conscendi, ut trasmitterem, nec ita multum provectus, reiectus austro sum in eum ipsu locum, unde conscenderam. Cumque intempesta nox esset mansissemque in villa P. Valeri, comitis et familiaris mei, postridieque apud eundem ventum exspectans manerem, municipes Regini complures ad me venerunt, ex iis quidam Roma recentes; a quibus primum accipio M. Antoni contionem, quae mihi ita placuit,ut, ut ea lecta, de reversione primum coeperim cogitare.>>
(Cic. Phil., I, 3,)
<<…Evitati, non senza ragione, Brindisi e l’usuale percorso per la Grecia, il primo agosto sono arrivato a Siracusa,
perché mi veniva presentata come conveniente la traversata da quella città per la Grecia; ma quella città a me assai
legata non poté trattenermi più di una sola notte, sebbene fosse molto desiderosa di avermi. Ho temuto che il mio
improvviso arrivo presso amici determinasse qualche sospetto, se mi fossi trattenuto a lungo. Ma dopo che i venti mi avevano spinto dalla Sicilia a Leucopetra, che è un promontorio del territorio del Reggio, da quel punto mi imbarcai (nuovamente) per effettuare la traversata, e, senza che ancora avessi percorso un lungo tratto, fui ricacciato dall’austro nello stesso luogo da cui ero salpato. Era notte fonda e la trascorsi nella villa di Publio Valerio, mio alleato ed amico; l’indomani, mentre, sempre presso di lui, attendevo il vento favorevole, vennero da me diversi
cittadini di Reggio, alcuni dei quali da poco tornati da Roma; ed è da loro che ricevo la prima notizia del pubblico
discorso di Marco Antonio, che mi piacque così tanto che, dopo averlo letto, cominciai per la prima volta a pensare ad un ritorno a Roma.>>
(Cic. Phil., I,3, trad. in lingua italiana di Saverio Verduci)
E’ il 43 a.C. ed è con queste parole che Leucopetra – Lazzaro entra a far parte della storia della letteratura latina.
Relativamente alla citata villa che ospitò il grande oratore romano nel suo triste viaggio per la Grecia fuggiasco daRoma la si è sempre voluta individuare in una serie di strutture sul tratto terminale di Corso Italia a Lazzaro. Oggigrazie ai recenti dati che sono emersi da una serie di campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza possiamo affermare che si tratta dei resti di una villa romana ma che non si tratta sicuramente delle strutture della villa di Publio Valerio, grande amico di Cicerone, e che lo ospitò nel momento del pericolo poiché la datazione sia dei reperti
mobili che delle strutture murarie appare troppo alta rispetto al contesto storico del viaggio raccontato da Cicerone.
Ma resta sempre l’interrogativo: poiché a Leucopetra è ampiamente documentata l’esistenza di una villa romana appartenuta a P. Valerio patrizio del territorio reggino, dove andarla a cercare?

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Bova Marina, li 19.6.2016
daniele dattola

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